Vasi
Questo gruppo di sculture rappresenta lo sviluppo di una suggestione. Nel 1996 ho realizzato la mia prima scultura a cono rovesciato, ispirandomi alle antiche anfore che necessitavano di un sostegno per restare in piedi e svolgere la loro funzione. Si è acceso in me l’interesse per un’opera d’arte che si compie attraverso l’ausilio di un elemento esterno ad essa, in cui si esprime un rapporto dialogico che fonde una dualità in una forma unica.
Ho cominciato quindi a lavorare assemblando materiali diversi, in particolare il ferro e l’argilla. La leggerezza e la gracilità dell’argilla, in relazione alla potenza del ferro, richiama il sottile ma solido equilibrio di forze su cui sembra sorreggersi l’intero creato.
La tensione prodotta dalla polarità fra due contrari è il crinale su cui scorre la nostra esistenza, è la dimensione conoscitiva entro la quale facciamo esperienza del reale.
Tutto ciò che vive intorno a noi non conosce immobilità, è costantemente in via di forma, e questo impercettibile ma vibrante mutamento è lo stimolo che muove la mia riflessione artistica.
Il vaso è un oggetto-idea che risveglia a prima vista una coscienza arcaica della presenza dell’Uomo nel Mondo. Plasmato nella terra, nasce per mantenere e proteggere la vita contenendo ciò che non deve disperdersi, ed è il simbolo archetipico e la forma sintetica di cui l’Uomo si è sempre servito per esprimere la compenetrazione tra ciò che si vede e ciò che rimane occulto, tra il dentro e il fuori.
Ho voluto dunque utilizzare questa forma già ‘innestata’ nella mente umana come supporto per una scultura ibrida, mutevole, che raffiguri lo spasmo vitale della materia accesa nel soffio della creazione.